PRESIDIO LIBERA TERLIZZI

Si è costituito ufficialmente ieri sera, sabato 20 luglio, il presidio di Libera Terlizzi, la sezione locale dell’associazione di eco nazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, fondata da Don Luigi Ciotti nel 1995 al fine di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e incentivare legalità e giustizia.

Il presidio terlizzese, di fatto attivo sul territorio già da quattro anni, ha finalmente indossato una veste formale grazie alla sottoscrizione, nella sede provvisoria dell’Azione Cattolica in Piazza Cavour n. 24, del “Patto di Presidio”, una sorta di carta d’intenti in cui sono indicati gli obiettivi, le attività e i temi d’impegno cui gli aderenti si ispireranno nel loro agire quotidiano.

Tra i promotori non soltanto una decina di singoli tesserati, ma anche e soprattutto sei diverse associazioni terlizzesi che si stringono intorno a Libera per monitore il territorio in qualità di suoi «cani da guardia»Azione CattolicaCGILCooperativa Agricoltura e ProgressoCoordinamento Regionale Antiracket F.A.I. PugliaFestival per la Legalità e La Garra.

Tra le finalità principali emerge quella di fare rete tra realtà a vocazione differente, in modo da tenere sott’occhio i vari ambiti del vivere sociale. Ultimamente Terlizzi è tornata tristemente alla ribalta delle cronache per due episodi criminosi: l’accoltellamento della prostituta colombiana in un casolare sulla SP231, nonché le aggressioni di una baby gang nei confronti di una famiglia di via Tripoli.

Per non parlare, poi, delle consuete problematiche che attanagliano da tempo il nostro paese, quali lo spaccio di stupefacenti, il gioco d’azzardo e l’assenza di un piano di accoglienza nei confronti dei migranti che soggiorneranno in città durante il periodo della campagna delle olive.

«Lo scopo della nostra missione è il raggiungimento della giustizia sociale. Abbiamo bisogno di metterci insieme e di combattere i fenomeni illeciti», afferma Alessandra Ricupero, referente provinciale Bari-Bat di Libera, «Viviamo in un clima di disgregazione sociale. La nostra è un’azione politica all’interno del territorio, volta alla salvaguardia del bene comune. Il patto di presidio è qualcosa di concreto che ci rende comunità. Singoli e associazioni firmatari devono sentirsi Libera ogni giorno».

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